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A fronte dell’ennesimo passo indietro del mercato-gambero 2021, il -24,63 di novembre sullo stesso mese del 2020, con l’intero anno che chiuderà non oltre 1.450.000 immatricolazioni, ecco la voce dei Concessionari italiani, ovvero quella di Federauto. Conferenza stampa del presidente Adolfo De Stefani Cosentino. Questa la fotografia presentata della situazione attuale dell’auto in Italia:
1) I 38,8 milioni di auto con età media di 11,8 anni (il 70,5% è ante Euro 6) che fanno il parco circolante italiano costituiscono “il blocco fondamentale affinché si realizzi la transizione energetica nel settore automotive”.
2) Il costo di elettriche e ibride plug-in è “notevolmente superiore alle equivalenti versioni con motori tradizionali, rendendole di fatto scarsamente accessibili”.
3) I limiti infrastrutturali delle reti di ricarica e il tempo necessario alla ricarica, nonché l’autonomia delle batterie, “limitano l’uso e quindi la diffusione delle elettriche”.
4) L’incremento dei prezzi delle auto sul mercato “contribuisce ad allontanare la possibilità per il consumatore di sostituire la propria vettrura”.
5) Le concentrazioni che risulteranno dalle modifiche contrattuali volute dalle case automobilistiche, e il loro ingresso sul mercato consumer, comporteranno “un incremento dei prezzi, con una conseguente spinta inflattiva, e una riduzione del livello di servizio, il tutto a danno del consumatore”.
6) La contrazione delle reti distributive comporterà “la perdita di 60-70.000 posti di lavoro e impatterà profondamente sull’attuale contributo dell’auto al bilancio economico del Paese (3% del Pil nazionale, 5% del gettito fiscale).

Cosa chiedono perciò i Concessionari italiani, mentre garantiscono “il massimo supporto – attraverso competenza, servizio e risorse – nell’accompagnamento della transizione energetica”?
1) Una seria pianificazione di incentivi, destinata sia a vetture elettriche o ibride, sia ad auto nuove o usate euro 6.
2) Un piano infrastrutturale in linea con la necessaria copertura territoriale e con una potenzialità richiesta dagli obiettivi di incremento del parco circolante elettrico e ibrido.
3) Il supporto ad un rapido sviluppo dei carburanti LCLF (Low Carbon Liquid Fuels) per garantire un efficace contenimento delle emissioni nocive, così da accompagnare l’industria e il sistema distributivo in maniera sostenibile lungo il percorso della transizione energetica.
4) Un impianto normativo che riequilibri la posizione dominante delle Case auto nei confronti del sistema distributivo, affinché sia favorita la massima competizione possibile a vantaggio del consumatore.
5) Un regime fiscale in linea con quello dei principali paesi UE, con piena detraibilità per le auto di uso professionale, aziendale e noleggio, IVA compresa, così come stabilito nel 2006 dalla Corte di Giustizia Europea.
A chi viene chiesto tutto questo? Naturalmente al Governo (e anche, sul fronte del rapporto con le Case auto, all’Autorità Garante della Concorrenza). Che è l’interlocutore obbligato – non a tacere, come sembra che sia, stante il silenzio dei fatti che puntualmente, fin qui, ha fatto seguito a tante, troppe, inutili parole. 

Slittamento al 2040, i persistenti sentori del dubbio

Molti gli argomenti dell’estate, per alcuni la più calda; per altri: normalmente calda; per altri ancora: macchisseneimporta.
Detto del meteo, torniamo a parlare del tempo, quello cronologico, cronometrico e cronografico, protagonista del nostro fondo di undici mesi fa, quando ne indicavamo l’importanza per affrontare le istanze che la concorrenza cinese già allora stava generando.
Riprendiamo l’argomento grazie allo spunto offerto da Luca de Meo, orgoglio nazionale del management automobilistico.
Il 28 luglio, a margine della presentazione dei dati finanziari del Gruppo Renault, de Meo ha suggerito uno slittamento al 2040 per lo stop alla vendita dell’endotermico. Una misura che permetterebbe di “far crescere ancora il mercato dell’elettrico”, ha affermato il Ceo di Renault. Una dichiarazione basata su stime a 12 e a 17 anni che quantomeno lasciano i persistenti sentori del dubbio, nel senso che non possono che essere delle congetture, cioè giudizi relegati al rango di ipotesi. Nella successiva intervista a Quattroruote del 4 settembre, de Meo ha modificato il tiro aprendosi, giustamente, “a vari scenari”. Insomma, la casa va costruita con il regolo di piombo per avere agio di adattarsi alle asperità del momento, ma su fondamenta perfettamente in squadro e poggiate sull’assioma dell’indietro non si torna. Nessun commento ulteriore; viene solo in mente, in merito allo slittamento temporale, qualunque esso sia, l’epocale riforma del calendario voluta da Cesare (Gaio Giulio).

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