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Si avvia con difficoltà il nuovo anno dell’auto targata in Europa. I 31 mercati continentali hanno raccolto a gennaio 822mila immatricolazioni, un record negativo che conferma la complessità del panorama automobilistico attuale. Il risultato equivale a un calo del 2,4% tendenziale e a una flessione del 32,9% su gennaio 2019. Come dire che, rispetto ai volumi di pre-pandemia, nel solo primo mese dell’anno vanno in fumo 403mila targhe. A quanto pare, un rallentamento dovuto principalmente alla produzione globale, fortemente limitata dalla mancanza di componenti. Ma oltre a questo si aggiungono le incertezze che Covid, costi dell’energia, venti di guerra e transizione elettrica portano con sé. Nell’analisi per area, l’Unione europea chiude il mese con 682mila immatricolazioni per una contrazione del 6,0%; peggiore il dato dei 14 scesi al -7,3%, mentre i nuovi Membri mostrano un progresso del 4,4%. In area Efta il calo è del 4,9%, con la Norvegia a -22,8% e la Svizzera che cresce del 5,1%. Molto bene il Regno Unito che, con 115mila targhe, si migliora del 27,5%. Quanto ai singoli Gruppi, Volkswagen perde il 3,7% in volumi e 0,3 punti di quota: Stellantis chiude il mese con un calo del 12,4% e una contrazione della rappresentatività di 2,1 punti. Hyundai cresce del 35,8% e guadagna 2,9 punti di quota, Renault perde lo 0,9%.
Mercato Europa - Vendite per Gruppi e Marche - Gennaio 2022
Mercato Europa - Vendite per Paese - Gennaio 2022

Slittamento al 2040, i persistenti sentori del dubbio

Molti gli argomenti dell’estate, per alcuni la più calda; per altri: normalmente calda; per altri ancora: macchisseneimporta.
Detto del meteo, torniamo a parlare del tempo, quello cronologico, cronometrico e cronografico, protagonista del nostro fondo di undici mesi fa, quando ne indicavamo l’importanza per affrontare le istanze che la concorrenza cinese già allora stava generando.
Riprendiamo l’argomento grazie allo spunto offerto da Luca de Meo, orgoglio nazionale del management automobilistico.
Il 28 luglio, a margine della presentazione dei dati finanziari del Gruppo Renault, de Meo ha suggerito uno slittamento al 2040 per lo stop alla vendita dell’endotermico. Una misura che permetterebbe di “far crescere ancora il mercato dell’elettrico”, ha affermato il Ceo di Renault. Una dichiarazione basata su stime a 12 e a 17 anni che quantomeno lasciano i persistenti sentori del dubbio, nel senso che non possono che essere delle congetture, cioè giudizi relegati al rango di ipotesi. Nella successiva intervista a Quattroruote del 4 settembre, de Meo ha modificato il tiro aprendosi, giustamente, “a vari scenari”. Insomma, la casa va costruita con il regolo di piombo per avere agio di adattarsi alle asperità del momento, ma su fondamenta perfettamente in squadro e poggiate sull’assioma dell’indietro non si torna. Nessun commento ulteriore; viene solo in mente, in merito allo slittamento temporale, qualunque esso sia, l’epocale riforma del calendario voluta da Cesare (Gaio Giulio).

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