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Il nuovo Ecobonus non ha ancora portato benefici al mercato, nonostante questo il dato di maggio appare meno tragico degli ultimi 10 mesi. A maggio sono state immatricolate 121mila nuove auto per un calo del 15,1% tendenziale. Un passivo che in termini di volumi pesa per quasi 22mila targhe. Nel cumulato si contano 557mila immatricolazioni, il 24,3% in meno sull’analogo periodo del 2021. In questo caso da inizio anno mancano oltre 178mila unità. Da quando poi ha avuto inizio questa nuova crisi, e cioè da giugno dell’anno scorso, mese dell’ultimo segno più realizzato dal mercato, il passivo in volumi supera le 400mila nuove auto. Nell’analisi per canale di vendita, maggio ha portato una nota positiva al segmento del Noleggio Lungo Termine che immatricola 27mila auto, cresce del 5,3% e conquista 4,4 punti di quota. Tutti gli altri segmenti restano abbondantemente in negativo. Nel mese, i Privati chiudono a -14%, con un risultato molto vicino alla media del mercato. Simile andamento anche per le Società: -12,7%, e ancora un mese disastroso per il Noleggio Breve Termine, costretto a rinunciare al 37% dei volumi. Quanto alle alimentazioni si conferma il crollo delle motorizzazioni tradizionali: la benzina perde il 22% e il diesel il 29,5% dei volumi, mentre la quota del cumulato è ora rispettivamente del 27,3% e del 20,6%. Al di sotto delle aspettative le Bev, al 3,7% e al 3,3% nei 5 mesi. Le Phev si portano al 6,1% del totale mercato. Le ibride salgono al 33,5% di quota nel mese e al 33,9% nel cumulato. È evidente che solo nei prossimi mesi capiremo se, grazie al contributo statale, il mercato potrà recuperare. Resta il fatto che i fondi a disposizione sembrano essere sbilanciati verso le auto elettriche e ibride plug-in, in un contesto di mercato reale ancora profondamente indeciso e niente affatto pronto alla transizione, così come non sono pronte le infrastrutture.
Mercato Italia - Maggio 2022 - immatricolazioni per marca

Slittamento al 2040, i persistenti sentori del dubbio

Molti gli argomenti dell’estate, per alcuni la più calda; per altri: normalmente calda; per altri ancora: macchisseneimporta.
Detto del meteo, torniamo a parlare del tempo, quello cronologico, cronometrico e cronografico, protagonista del nostro fondo di undici mesi fa, quando ne indicavamo l’importanza per affrontare le istanze che la concorrenza cinese già allora stava generando.
Riprendiamo l’argomento grazie allo spunto offerto da Luca de Meo, orgoglio nazionale del management automobilistico.
Il 28 luglio, a margine della presentazione dei dati finanziari del Gruppo Renault, de Meo ha suggerito uno slittamento al 2040 per lo stop alla vendita dell’endotermico. Una misura che permetterebbe di “far crescere ancora il mercato dell’elettrico”, ha affermato il Ceo di Renault. Una dichiarazione basata su stime a 12 e a 17 anni che quantomeno lasciano i persistenti sentori del dubbio, nel senso che non possono che essere delle congetture, cioè giudizi relegati al rango di ipotesi. Nella successiva intervista a Quattroruote del 4 settembre, de Meo ha modificato il tiro aprendosi, giustamente, “a vari scenari”. Insomma, la casa va costruita con il regolo di piombo per avere agio di adattarsi alle asperità del momento, ma su fondamenta perfettamente in squadro e poggiate sull’assioma dell’indietro non si torna. Nessun commento ulteriore; viene solo in mente, in merito allo slittamento temporale, qualunque esso sia, l’epocale riforma del calendario voluta da Cesare (Gaio Giulio).

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