I cookie ci aiutano a fornire, proteggere e migliorare i servizi di InterAutoNews.
Continuando a usare il nostro sito, accetti la nostra normativa sui cookie.

Se così si può definire, a luglio un’inversione di tendenza c’è stata. Il mercato autovetture ha chiuso il mese con l’immatricolato di 110mila unità, scrollandosi di dosso la serie negativa in doppia cifra che durava da 12 mesi. Luglio sfiora la parità con un -0,8% che assomiglia a un “quasi gol” considerando la giornata lavorativa in meno rispetto a luglio dell’anno scorso. Mese nel quale, però, il mercato fu particolarmente depresso, proprio perché in attesa (tanto per fare una cosa innovativa) di una tornata di incentivi annunciata ma non operativa. Insomma, una tendenza che non appare molto invertita, specie se si pensa agli incentivi in atto e alla suddivisione del mercato per alimentazione, dove le elettriche portano a consuntivo un calo del 29,2% su base annua. Su questo punto, ormai nel pieno di una fase transitoria per scelta politica, al di là delle elucubrazioni che coinvolgono l’anzianità del parco circolante, i posti di lavoro a rischio, la filiera, le infrastrutture e i desiderata ideologici sulla neutralità tecnologica la domanda è: quand’è che l’auto elettrica pensa di volersi concedere al pubblico? Quand’è che vorrebbe diventare l’auto per tutti? Non è che si corre il rischio di lasciare la porta sguarnita, permettendo le incursioni dalla fascia del Celeste impero?
Che poi un po’ di movimento a luglio c’è anche stato, non per i Privati che perdono il 9,2% riducendo la quota al 56,3%. C'è stato  con il Noleggio Lungo Termine, sempre apprezzato e in crescita del 20%, e c'è stato con il rimbalzo del 75% del Breve Termine che fa suo il primo mese del bimestre estivo. Le Società si sono mosse restando in territorio positivo con il 2,7%. Gli autoimmatricolatori hanno detto basta a -19%. I conteggi dei primi 7 mesi portano 794mila immatricolazioni, la contrazione sullo stesso periodo del 2021 è ora del 20,3%.
Mercato Italia - Luglio 2022 - immatricolazioni per marca

Il vero virus globale si chiama infodemia

Cambiamo argomento. Intanto nel mondo l’auto elettrica sta facendo il suo corso: è forte, ce la farà. Da noi non resta che la soluzione della vigile attesa.
Parliamo invece dell’idea, molto ceo capitalista, di influenzare il consumatore: un processo con implicazioni antropologiche ancora da scoprire. Così, mentre si fa più consistente la convinzione che la libertà abbia gli stessi sentori di una biblioteca, altrettanto forte è la presa di coscienza che far scorrere immagini su uno schermo sia come trovarsi di fronte a un orizzonte indistinto, un inafferabile flusso di putridume, dove la stereotipizzazione di comportamenti costruiti sull’apparenza diventa linfa vitale per muovere il mondo in modo binario.
Un territorio vasto dove il consumatore è solo materia grezza, così influenzabile e propenso com’è a tracannare qualunque miscela. Quello che più conta riguarda chi produce contenuti e chi è chiamato a valutare portata, frequenza ed efficacia degli annunci. E se con l’adozione dei servizi di streaming, grazie a un’accurata profilazione, tracciare il pubblico diventa sempre di più agevole, parlando di produzione di contenuti, vanno approfonditi due concetti: il clickbait e l’agenda setting. Due modi di fare comunicazione su piani diversi, ma ugualmente basati sulla misinformazione. L’agenda setting è la teoria che ipotizza la possibile influenza dei media sull’audience in base alla scelta di notizie, allo spazio e alla preminenza loro concessa. Alla base della teoria c’è il salience transfer, cioè rendere una notizia saliente rispetto ad altre. L’esempio che tutti conosciamo riguarda le notizie titolate in modo eccessivo.

Leggi tutto...