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Ancora un mese in positivo per il mercato dell’auto, il decimo consecutivo. A maggio sono state immatricolate 150mila autovetture per un saldo positivo del 23,1% su base annua. Come per aprile, il confronto avviene con il peggior mese di maggio dal 1980, se si esclude quello del 2020 in era Covid. Insomma, nulla da festeggiare: la lenta ripresa guadagna terreno, ma con tutte le incertezze che rimangono attive. A cominciare da quella della transizione verso l’elettrico, dove nella struttura per alimentazione a maggio le Bev sono sì cresciute del 39%, ma non abbastanza per dare un colpo alla quota che resta poco al di sopra del 4%, e soprattutto nulla che possa scuotere la necessità di rinnovo del parco circolante. Un’altra incertezza arriva dalla struttura per utilizzatore. Secondo i dati messi a disposizione da Unrae, se a maggio è stato ancora il comparto del Noleggio a rimorchiare il mercato, con il Breve Termine cresciuto del 47% e il Lungo del 34% è ancora una volta il bilancio degli autoimmatricolatori che lascia le perplessità più consistenti. Nel mese il canale guadagna il 71% (con DR particolarmente attiva per quel che riguarda le Case), cresce di 2,5 punti di quota portandosi all’8,3%, e raggiunge un volume di quasi 13mila unità. D’altro canto rimangono anche le criticità lato domanda, con i privati che crescono dell’11,4%, ma subiscono una contrazione della quota di 5,7 punti percentuali. Tra i marchi, nel mese, si nota l’ottimo risultato di MG e il decollo verticale di Tesla. Male Fiat, Citroën, Opel, Nissan. Volkswagen galleggia su una parità molto debole. Nel cumulato dei primi 5 mesi ora si contano 702mila nuove autovetture immatricolate per una crescita tendenziale del 26%. Interessante anche notare, con i numeri di Dataforce, che l’immatricolato degli ultimi tre giorni ha pesato per il 36% con Lancia, Nissan e MG al di sopra del 50%. Dati che suggeriscono che probabilmente il problema delle consegne legato anche ai trasporti non sia ancora completamente risolto.
Mercato Italia - Maggio 2023 - Immatricolazioni per marca
Top 10 Italia - Maggio 2023

Slittamento al 2040, i persistenti sentori del dubbio

Molti gli argomenti dell’estate, per alcuni la più calda; per altri: normalmente calda; per altri ancora: macchisseneimporta.
Detto del meteo, torniamo a parlare del tempo, quello cronologico, cronometrico e cronografico, protagonista del nostro fondo di undici mesi fa, quando ne indicavamo l’importanza per affrontare le istanze che la concorrenza cinese già allora stava generando.
Riprendiamo l’argomento grazie allo spunto offerto da Luca de Meo, orgoglio nazionale del management automobilistico.
Il 28 luglio, a margine della presentazione dei dati finanziari del Gruppo Renault, de Meo ha suggerito uno slittamento al 2040 per lo stop alla vendita dell’endotermico. Una misura che permetterebbe di “far crescere ancora il mercato dell’elettrico”, ha affermato il Ceo di Renault. Una dichiarazione basata su stime a 12 e a 17 anni che quantomeno lasciano i persistenti sentori del dubbio, nel senso che non possono che essere delle congetture, cioè giudizi relegati al rango di ipotesi. Nella successiva intervista a Quattroruote del 4 settembre, de Meo ha modificato il tiro aprendosi, giustamente, “a vari scenari”. Insomma, la casa va costruita con il regolo di piombo per avere agio di adattarsi alle asperità del momento, ma su fondamenta perfettamente in squadro e poggiate sull’assioma dell’indietro non si torna. Nessun commento ulteriore; viene solo in mente, in merito allo slittamento temporale, qualunque esso sia, l’epocale riforma del calendario voluta da Cesare (Gaio Giulio).

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