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  12 mesi 2022 12 mesi 2021 Diff. % Dic. 2022 Dic. 2021 Diff. %
Austria 215.050 239.803 -10,32 17.602 17.648 -0,26
Belgio 366.303 383.123 -4,39 24.584 20.377 20,65
Bulgaria 28.684 24.537 16,90 2.009 1.780 12,87
Cipro 11.627 10.624 9,44 776 494 57,09
Croazia 42.939 44.915 -4,40 2.693 2.446 10,10
Danimarca 148.293 185.312 -19,98 15.219 17.764 -14,33
Estonia 21.571 22.336 -3,42 2.290 1.023 123,85
Finlandia 81.698 98.484 -17,04 6.186 6.529 -5,25
Francia 1.529.035 1.659.003 -7,83 158.027 158.117 -0,06
Germania 2.651.357 2.622.132 1,11 314.318 227.630 38,08
Grecia 105.283 100.911 4,33 6.486 5.655 14,69
Irlanda 105.253 104.932 0,31 209 387 -45,99
Italia 1.316.702 1.458.032 -9,69 104.915 86.718 20,98
Lettonia* 16.713 14.348 16,48 1.183 1.007 17,48
Lituania 25.544 31.454 -18,79 1.457 1.781 -18,19
Lussemburgo 42.094 44.372 -5,13 3.121 3.232 -3,43
Paesi Bassi 312.129 322.318 -3,16 30.900 35.224 -12,28
Polonia 419.749 446.647 -6,02 36.872 36.163 1,96
Portogallo 156.304 146.637 6,59 14.752 12.608 17,01
Repubblica Ceca 192.087 206.876 -7,15 14.553 16.208 -10,21
Romania 129.328 121.208 6,70 12.437 11.858 4,88
Slovacchia 78.841 75.700 4,15 6.449 5.510 17,04
Slovenia 46.339 53.988 -14,17 2.525 2.543 -0,71
Spagna 813.396 859.477 -5,36 73.927 86.081 -14,12
Svezia 288.087 301.006 -4,29 35.476 27.605 28,51
Ungheria 111.524 121.920 -8,53 8.001 8.742 -8,48
Unione Europea (UE) 9.255.930 9.700.095 -4,58 896.967 795.130 12,81
EU14** 8.130.984 8.525.542 -4,63 805.722 705.575 14,19
EU12 1.124.946 1.174.553 -4,22 91.245 89.555 1,89
Islanda 16.683 12.789 30,45 1.456 1.236 17,80
Norvegia 174.329 176.276 -1,10 39.497 20.567 92,04
Svizzera 225.934 238.481 -5,26 24.737 24.523 0,87
EFTA 416.946 427.546 -2,48 65.690 46.326 41,80
Regno Unito 1.614.063 1.647.181 -2,01 128.462 108.596 18,29
Totale EU + EFTA + UK 11.286.939 11.774.822 -4,14 1.091.119 950.052 14,85
             
*stime; **i dati di Malta non sono attualmente disponibili            
Dati al 18/01/2023            

Viva l’escalation tecnologica

Con il preciso intento di capirci qualcosa, partiamo guardando ai cambiamenti della nostra epoca.
Una miscela di elementi messi in amalgama con modalità e tempi diversi, una serie di variazioni, di metamorfosi, perfino di mutazioni. Sembra come se il vero protagonista sia il cambiamento stesso, quello continuo, quello di Aristotele dove il movimento è eterno, come il tempo. Un concetto che ha aspettato 2.250 anni per essere sintetizzato in una formula matematica.
Non esistono più posizioni fisse, o meglio lungamente stabili. Ce ne rendiamo conto durante le elezioni politiche, per via di quei pochi che ancora vanno a votare. Elettorati camaleontici, instancabili migratori del seggio. Surfisti dell’onda parlamentare. Si assiste a una costante instabilità qualificata dal disorientamento.
Un atteggiamento derivato da processi che non è stato possibile governare, un modo di esistere generato dagli effetti avversi della globalizzazione.
Scavando tra le macerie del concetto originale di globalizzazione si trovano pochi resti di prospettive edificanti, di principi aggreganti, di elementi capaci di generare ricchezza, facendo crescere chi ha di meno, senza svantaggiare chi ha di più. Bei propositi, ma quanto è successo e quanto sta succedendo ci dice che non è andata così. La globalizzazione non è un gioco a informazione perfetta. Non vince chi è più bravo. C’è il lancio dei dadi, un processo prevalentemente stocastico, modellizzato nello studio dell’incertezza. E questa volta i perdenti sono gli occidentali. Gli stessi che hanno fatto crescere il resto del mondo penalizzando la propria componente, quella più avanzata. Una bella lezione che ha creato il disorientamento sociale e culturale, soprattutto perché la globalizzazione è stata promossa come la genesi di una cultura uniforme di massa. La stessa uniformità che la Cina conosce molto bene e che ha imparato a evitare con disinvoltura anglosassone dal diversamente recente 1978, quando Deng Xiaoping propose l’idea Boluan Fanzheng, letteralmente “eliminare il caos e tornare alla normalità”. Cioè l’uniformità del comunismo definita come il caos, quello che appiattisce; perché la crescita viene dalle differenze, viene dalla concorrenza, perché la normalità abita solamente nel libero mercato.

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