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Mercato Italia - Agosto 2023 - Immatricolazioni per marca

Marche	8 mesi 2023	Quota %	8 mesi 2022	Quota %	Diff. %	Ago. 2023	Quota %	Ago. 2022	Quota %	Diff. %
Fiat	116.579	11,20	124.686	14,41	-6,50	8.542	10,71	10.730	15,07	-20,39
Volkswagen	83.056	7,98	69.239	8,00	19,96	5.565	6,98	5.687	7,99	-2,15
Toyota	61.216	5,88	57.556	6,65	6,36	4.884	6,12	4.468	6,27	9,31
Dacia	58.046	5,58	45.582	5,27	27,34	4.255	5,34	2.994	4,20	42,12
Peugeot	57.555	5,53	49.519	5,72	16,23	3.859	4,84	3.755	5,27	2,77
Ford	56.543	5,43	51.363	5,94	10,09	3.948	4,95	5.412	7,60	-27,05
Renault	50.815	4,88	37.770	4,37	34,54	3.367	4,22	2.623	3,68	28,36
Jeep	48.798	4,69	34.345	3,97	42,08	3.381	4,24	1.638	2,30	106,41
Audi	45.881	4,41	34.362	3,97	33,52	3.529	4,42	3.428	4,81	2,95
BMW	38.740	3,72	30.345	3,51	27,67	2.961	3,71	2.256	3,17	31,25
Citroën	34.716	3,34	38.520	4,45	-9,88	3.203	4,02	3.345	4,70	-4,25
Mercedes	32.362	3,11	28.134	3,25	15,03	2.520	3,16	2.262	3,18	11,41
Opel	32.005	3,08	31.598	3,65	1,29	2.470	3,10	1.965	2,76	25,70
Kia	31.851	3,06	27.343	3,16	16,49	2.737	3,43	2.261	3,18	21,05
Hyundai	31.821	3,06	26.328	3,04	20,86	2.570	3,22	2.445	3,43	5,11
Lancia	29.868	2,87	27.414	3,17	8,95	2.490	3,12	2.830	3,97	-12,01
Nissan	23.021	2,21	17.429	2,01	32,08	2.373	2,98	1.418	1,99	67,35
Suzuki	22.616	2,17	13.200	1,53	71,33	1.496	1,88	868	1,22	72,35
Skoda	22.293	2,14	16.251	1,88	37,18	1.944	2,44	1.596	2,24	21,80
DR	18.444	1,77	10.643	1,23	73,30	2.055	2,58	1.961	2,75	4,79
MG	18.176	1,75	3.567	0,41	409,56	1.481	1,86	392	0,55	277,81
Alfa Romeo	17.922	1,72	7.944	0,92	125,60	1.046	1,31	813	1,14	28,66
Mini	13.319	1,28	10.262	1,19	29,79	968	1,21	930	1,31	4,09
Volvo	11.696	1,12	8.725	1,01	34,05	719	0,90	673	0,95	6,84
Tesla	11.125	1,07	2.688	0,31	313,88	2.129	2,67	100	0,14	-
Cupra	10.708	1,03	7.465	0,86	43,44	1.064	1,33	563	0,79	88,99
Mazda	9.982	0,96	5.778	0,67	72,76	550	0,69	519	0,73	5,97
Seat	8.503	0,82	9.763	1,13	-12,91	566	0,71	474	0,67	19,41
Land Rover	6.449	0,62	5.355	0,62	20,43	503	0,63	547	0,77	-8,04
DS	5.273	0,51	3.804	0,44	38,62	324	0,41	164	0,23	97,56
Porsche	4.866	0,47	4.171	0,48	16,66	392	0,49	272	0,38	44,12
Evo	4.058	0,39	3.015	0,35	34,59	512	0,64	117	0,16	337,61
Honda	3.720	0,36	5.200	0,60	-28,46	385	0,48	343	0,48	12,24
Lynk & Co	3.171	0,30	2.137	0,25	48,39	11	0,01	279	0,39	-96,06
smart	3.004	0,29	3.064	0,35	-1,96	161	0,20	135	0,19	19,26
Maserati	2.699	0,26	1.367	0,16	97,44	142	0,18	177	0,25	-19,77
Lexus	2.313	0,22	2.179	0,25	6,15	140	0,18	233	0,33	-39,91
Subaru	1.825	0,18	1.099	0,13	66,06	123	0,15	103	0,14	19,42
Jaguar	1.235	0,12	1.593	0,18	-22,47	99	0,12	115	0,16	-13,91
Mitsubishi	874	0,08	1.761	0,20	-50,37	61	0,08	142	0,20	-57,04
Polestar	633	0,06	0	0,00	-	8	0,01	0	0,00	-
Mahindra	540	0,05	597	0,07	-9,55	22	0,03	105	0,15	-79,05
Ferrari	475	0,05	495	0,06	-4,04	20	0,03	32	0,04	-37,50
Lamborghini	287	0,03	234	0,03	22,65	19	0,02	9	0,01	111,11
SsangYong	198	0,02	291	0,03	-31,96	13	0,02	12	0,02	8,33
Aston Martin	66	0,01	36	0,00	83,33	4	0,01	3	0,00	33,33
Great Wall	0	0,00	38	0,00	-100,00	0	0,00	0	0,00	-
Altre	1.217	0,12	829	0,10	46,80	145	0,18	17	0,02	752,94
Totale mercato	1.040.560	100,00	865.084	100,00	20,28	79.756	100,00	71.211	100,00	12,00

Dati al 31/08/2023

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Viva l’escalation tecnologica

Con il preciso intento di capirci qualcosa, partiamo guardando ai cambiamenti della nostra epoca.
Una miscela di elementi messi in amalgama con modalità e tempi diversi, una serie di variazioni, di metamorfosi, perfino di mutazioni. Sembra come se il vero protagonista sia il cambiamento stesso, quello continuo, quello di Aristotele dove il movimento è eterno, come il tempo. Un concetto che ha aspettato 2.250 anni per essere sintetizzato in una formula matematica.
Non esistono più posizioni fisse, o meglio lungamente stabili. Ce ne rendiamo conto durante le elezioni politiche, per via di quei pochi che ancora vanno a votare. Elettorati camaleontici, instancabili migratori del seggio. Surfisti dell’onda parlamentare. Si assiste a una costante instabilità qualificata dal disorientamento.
Un atteggiamento derivato da processi che non è stato possibile governare, un modo di esistere generato dagli effetti avversi della globalizzazione.
Scavando tra le macerie del concetto originale di globalizzazione si trovano pochi resti di prospettive edificanti, di principi aggreganti, di elementi capaci di generare ricchezza, facendo crescere chi ha di meno, senza svantaggiare chi ha di più. Bei propositi, ma quanto è successo e quanto sta succedendo ci dice che non è andata così. La globalizzazione non è un gioco a informazione perfetta. Non vince chi è più bravo. C’è il lancio dei dadi, un processo prevalentemente stocastico, modellizzato nello studio dell’incertezza. E questa volta i perdenti sono gli occidentali. Gli stessi che hanno fatto crescere il resto del mondo penalizzando la propria componente, quella più avanzata. Una bella lezione che ha creato il disorientamento sociale e culturale, soprattutto perché la globalizzazione è stata promossa come la genesi di una cultura uniforme di massa. La stessa uniformità che la Cina conosce molto bene e che ha imparato a evitare con disinvoltura anglosassone dal diversamente recente 1978, quando Deng Xiaoping propose l’idea Boluan Fanzheng, letteralmente “eliminare il caos e tornare alla normalità”. Cioè l’uniformità del comunismo definita come il caos, quello che appiattisce; perché la crescita viene dalle differenze, viene dalla concorrenza, perché la normalità abita solamente nel libero mercato.

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