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Nel dare la notizia del cambio di proprietà, InterAutoNews si era dichiarato a favore dell’informazione obiettiva e indipendente. Pur ribadendo la sua neutralità il giornale non può tuttavia ignorare il polverone sollevato dalla decisione del Parlamento Ue di vietare, a partire dal 2035, la vendita di veicoli con motori endotermici, compresi quindi i modelli ibridi. Una scelta coraggiosa, ma non definitiva. A rigor del vero, il provvedimento non rappresenta una novità assoluta, come si è cercato di far credere ai consumatori, perché costituisce uno degli assi portanti del pacchetto Fit for 55 della Commissione Ue a difesa dell’ambiente. Il Parlamento si è limitato a ratificarlo.  La proposta dovrà adesso passare l’esame del Consiglio Ue, cioè dei governi, dove la consapevolezza delle difficoltà produttive, logistiche ed economiche è molto più forte che in Parlamento. Seguirà poi un tavolo tra Consiglio, Commissione e Parlamento che potrebbe ancora apportare modifiche alla proposta votata a Strasburgo. 
Senza attendere l’attenuazione delle polemiche, anzi, forse al contrario, allo scopo di mantenere alta l’attenzione mediatica, nei giorni immediatamente successivi alla contestata votazione, il gruppo Stellantis ha annunciato, a sorpresa, di voler interrompere l’adesione all’Associazione dei Costruttori Automobilistici Europei (Acea) entro la fine dell’anno. Nel comunicato si dà inoltre notizia della creazione del “Freedom of Mobility Forum”, un incontro annuale con lo scopo di affrontare i problemi più urgenti della mobilità nella società.

Con questa iniziativa, Stellantis intende voler passare, dall’attività di lobbying all’interno di Acea, a una autonoma interazione diretta con i cittadini e le parti economiche e sociali coinvolte. Previsto per l’inizio del 2023, il Forum riunirà un gruppo eterogeneo di esperti che lavoreranno per individuare soluzioni comuni al settore, abbracciando analisi a 360 gradi dei problemi da risolvere. Non mancheremo di seguire l’evolversi della vicenda. Nei mesi scorsi agli abbonati di InterAutoNews è stata inviata gratuitamente una copia dell’Automotive Dealer Report di Italia Bilanci con l’analisi economica-finanziaria basata sui bilanci ufficiali dei Dealer italiani. Con questo numero parte una nuova importante iniziativa del giornale volta a favorire l’eccellenza gestionale, in questo caso con un report sull’andamento di mercato completo di indicatori di performance. Uno strumento prezioso per valutare le tendenze in atto a livello globale e consentire un esercizio di benchmarking. L’analisi prevede la suddivisione degli andamenti per reparto, dati che per la prima volta vengono messi a disposizione della Rete. Realizzata in collaborazione con Snap-on Business Solutions, a partire da questo mese verrà pubblicata con cadenza trimestrale.


Proseguono i preziosi contributi dell’avvocato Stefano Grassani, esperto di antitrust. Considerato che normalmente le controversie tra Casa mandante e distributore mandatario si manifestano e si consumano perlopiù quando il rapporto di collaborazione è al termine o logorato, Grassani sostiene l’urgenza di nuovi sistemi di composizione. Parte così dalle nostre pagine l’innovativo progetto di Foro extragiudiziale di mediatori/arbitri nominati dalle Case e dalle associazioni di Dealer per la risoluzione delle vertenze. Un progetto cui volentieri offriamo tutto il nostro supporto mediatico per arrivare alla realizzazione. Un’ulteriore testimonianza del nostro incondizionato interesse a favore della distribuzione in generale.


Il vero virus globale si chiama infodemia

Cambiamo argomento. Intanto nel mondo l’auto elettrica sta facendo il suo corso: è forte, ce la farà. Da noi non resta che la soluzione della vigile attesa.
Parliamo invece dell’idea, molto ceo capitalista, di influenzare il consumatore: un processo con implicazioni antropologiche ancora da scoprire. Così, mentre si fa più consistente la convinzione che la libertà abbia gli stessi sentori di una biblioteca, altrettanto forte è la presa di coscienza che far scorrere immagini su uno schermo sia come trovarsi di fronte a un orizzonte indistinto, un inafferabile flusso di putridume, dove la stereotipizzazione di comportamenti costruiti sull’apparenza diventa linfa vitale per muovere il mondo in modo binario.
Un territorio vasto dove il consumatore è solo materia grezza, così influenzabile e propenso com’è a tracannare qualunque miscela. Quello che più conta riguarda chi produce contenuti e chi è chiamato a valutare portata, frequenza ed efficacia degli annunci. E se con l’adozione dei servizi di streaming, grazie a un’accurata profilazione, tracciare il pubblico diventa sempre di più agevole, parlando di produzione di contenuti, vanno approfonditi due concetti: il clickbait e l’agenda setting. Due modi di fare comunicazione su piani diversi, ma ugualmente basati sulla misinformazione. L’agenda setting è la teoria che ipotizza la possibile influenza dei media sull’audience in base alla scelta di notizie, allo spazio e alla preminenza loro concessa. Alla base della teoria c’è il salience transfer, cioè rendere una notizia saliente rispetto ad altre. L’esempio che tutti conosciamo riguarda le notizie titolate in modo eccessivo.

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