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Panel all’insegna della cautela relativamente all’ultima previsione del 2019. Per dicembre erano state pronosticate poco più di 125.500 consegne (+0,78%) ma il consueto sprint delle vendite di fine anno, complici le promozioni e gli incentivi proposti da Case e Concessionari, nonché la diffusa pratica delle auto-immatricolazioni, l’incremento delle vendite del canale Noleggi e il mai troppo considerato giorno lavorativo in più, ha spinto le immatricolazioni ufficiali oltre le 140.000 unità (+12,48%) e il cumulato dei dodici mesi appena sopra il pareggio (+0,29% sul 2018). È importante comunque avere interpretato correttamente il trend positivo del mese. Finisce col segno negativo l’anno dei Privati, che registrano il -6,1% a dicembre, e negativo è anche l’esito del cumulato, seppur di un soffio sotto la parità (-0,1%). Decollo verticale, a dicembre, delle vendite a Società, +51,7%, mentre il cumulato, pur riducendo lo scarto rispetto a novembre, chiude comunque in negativo, a -6,1% sul 2018. Unico canale a concludere il 2019 completamente in positivo è quindi quello dei Noleggi che segna il +34% a  dicembre e il +6,1% nei 12 mesi. Sostanziale flessione degli ordini nelle concessionarie dei nostri Panelisti, dove si registra, a dicembre, il -7,90% rispetto allo stesso mese del 2018 e il -4,32% nel confronto con il novembre del 2019. Molto bassa, rispetto a quanto riscontrato nei mesi precedenti, la media generale relativa ai contatti, ne sono stati effettuati 196 per concessionaria, la maggior parte dei quali effettuati con il caro, vecchio telefono (55), piuttosto che tramite email (18). In forte diminuzione, quantomeno rispetto ai mesi precedenti, il numero delle visite online che si attesta a una media di 1.970. Bassa anche la media di raccolta dei lead, solo 68, ma con un’ottima media di realizzazione contratto, 7,4%, superiore di ben cinque punti rispetto ai risultati dello scorso bimestre. Aumenta di due punti, rispetto a novembre, anche la media venditore che, a dicembre, è risultata di 13 unità. Si riparte quindi con la previsione di gennaio, con lo spauracchio dell’introduzione dei nuovi limiti europei alle emissioni di CO2 che si aggiunge alla “mancanza di strategia da parte della politica nazionale che supporti organicamente e ordinatamente la filiera automobilistica italiana” come denunciato da Unrae. E il pronostico del Panel è sicuramente in linea con il momento di grande incertezza che il mercato dell’auto sta attraversando nel nostro Paese: -5,66%, per circa 156.000 consegne rispetto alle oltre 165.000 del gennaio dello scorso anno, che già accusava un calo del 7,32% rispetto a gennaio 2018. Di certo peserà il giorno lavorativo in meno. In calo sono previsti anche gli ordinativi in concessionaria, -7,55%, e dopo la scorpacciata di dicembre, è pronosticato anche un drastico calo del ricorso alle Km0, che si aggireranno intorno al 6% del venduto mensile. In aumento, rispetto alle scorse previsioni, la percentuale di auto ad alimentazione alternativa previste per gennaio: 14,68%, più in linea con i risultati dei mesi precedenti.

 

A dicembre aumento degli sconti per le auto ad alimentazione Diesel che crescono di 2,67 punti rispetto al mese precedente. In crescita anche gli sconti per le Benzina, anche se per poco più di mezzo punto percentuale. In lieve calo, -0,15 punti, le auto ad alimentazione alternativa. Nel dettaglio delle aree geografiche spicca il Nord Italia con aumenti sostanziali degli sconti per tutte le alimentazioni, 2,5 punti le Benzina, 3,3 punti le Alternative e oltre i 4,5 punti per le immarcescibili Diesel. In forte diminuzione gli sconti per le Alternative nel Sud/Isole, -6,3 punti rispetto a novembre.

 

Ennesimo colpo di coda del Diesel che, relativamente alle consegne, registra a livello nazionale quasi 3 punti in più rispetto al mese precedente. Gli ordinativi invece sono diminuiti di quasi 1,5 punti. Ma la vera sorpresa arriva dai dati del Sud/Isole ove si registrano 11,13 punti di crescita nelle consegne, sempre rispetto a novembre, e più di 4 punti per gli ordini. Crescita sostanziale per le consegne anche al Centro Italia che segna +9,6 punti, bilanciando i -5,5 punti relativi agli ordini.


Il vero virus globale si chiama infodemia

Cambiamo argomento. Intanto nel mondo l’auto elettrica sta facendo il suo corso: è forte, ce la farà. Da noi non resta che la soluzione della vigile attesa.
Parliamo invece dell’idea, molto ceo capitalista, di influenzare il consumatore: un processo con implicazioni antropologiche ancora da scoprire. Così, mentre si fa più consistente la convinzione che la libertà abbia gli stessi sentori di una biblioteca, altrettanto forte è la presa di coscienza che far scorrere immagini su uno schermo sia come trovarsi di fronte a un orizzonte indistinto, un inafferabile flusso di putridume, dove la stereotipizzazione di comportamenti costruiti sull’apparenza diventa linfa vitale per muovere il mondo in modo binario.
Un territorio vasto dove il consumatore è solo materia grezza, così influenzabile e propenso com’è a tracannare qualunque miscela. Quello che più conta riguarda chi produce contenuti e chi è chiamato a valutare portata, frequenza ed efficacia degli annunci. E se con l’adozione dei servizi di streaming, grazie a un’accurata profilazione, tracciare il pubblico diventa sempre di più agevole, parlando di produzione di contenuti, vanno approfonditi due concetti: il clickbait e l’agenda setting. Due modi di fare comunicazione su piani diversi, ma ugualmente basati sulla misinformazione. L’agenda setting è la teoria che ipotizza la possibile influenza dei media sull’audience in base alla scelta di notizie, allo spazio e alla preminenza loro concessa. Alla base della teoria c’è il salience transfer, cioè rendere una notizia saliente rispetto ad altre. L’esempio che tutti conosciamo riguarda le notizie titolate in modo eccessivo.

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