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Il Panel dei nostri Concessionari chiude il 2020 con un’altra eccellente performance previsionale, facendo seguito a quella di novembre, con un’interpretazione quasi perfetta del trend attuale del mercato. Le 117.245 consegne previste (-16,52%) si sono discostate di poco più di un punto e mezzo (circa 2.200 unità) rispetto all’immatricolato consuntivato, 119.454 unità, -14,95% su dicembre 2019. Ritorno al segno negativo per i Privati che perdono lo 0,5% rispetto a dicembre 2019, segnando il -19,1% nel confronto con l’intero anno. Noleggi a -15,5% nel mese e a -34,7% nel cumulato. In particolare sofferenza il Breve Termine che perde il 71,5% nel mese e il 54,3% nel confronto con l’intero 2019. In caduta libera le vendite a Società/Business che, nel loro insieme, perdono il 41,6% a dicembre e il 44,4% nell’intero anno. Numeri pesanti anche nelle concessionarie dei nostri Panelisti (oltre al pessimismo espresso, per fortuna da pochi, in merito al recupero delle vendite perse durante il periodo della pandemia), ove la media della raccolta ordini ha segnato il -15,45% rispetto a dicembre 2019 e il -2,72% su novembre 2020. Calo di oltre 2 punti percentuali sempre rispetto a novembre anche nella quota di preventivi convertiti in ordini, 22,44%. Scende di oltre 400 unità la media generale dei contatti, crollo delle visite sulle pagine social, in flessione anche i lead la cui media cala di oltre 30 unità, aumentando però di oltre 2 punti nella percentuale di chiusura contratto. Aumenta anche il numero di auto vendute per operatore, dalle 8 unità di novembre alle 10 di dicembre, uniche note positive del consuntivo mensile. La decisa flessione del mercato italiano a dicembre e nell’intero 2020, “l’anno più difficile del dopoguerra per il nostro settore” come recita il comunicato congiunto di Anfia, Federauto e Unrae - oltre 535.000 immatricolazioni in meno rispetto al 2019 - non ha fatto che confermare che, con la crisi di Covid-19 ancora in pieno svolgimento, in assenza di incentivi la domanda non può che rivelarsi flebile. Ed è fisiologico che le vendite abbiano ulteriormente rallentato a dicembre: con l’annuncio dell’introduzione di nuovi incentivi per il 2021, sono stati molti gli acquirenti che si sono messi in stand-by e hanno rimandato l’acquisto. Vinta infine la battaglia per gli incentivi, anche se con obbligo di rottamazione, non c’è che da auspicare una pronta risalita delle vendite. Il Panel dei nostri Concessionari, con opportuna cautela, visti i 2 giorni lavorativi in meno rispetto al gennaio dello scorso anno, per la previsione del primo mese del 2021 vede ancora il segno meno, anche se la flessione pronosticata è molto più contenuta rispetto a quanto avvenuto sul finale d’anno. Sono previste 152.906 consegne per un calo dell’1,90% su gennaio 2020, con un ricorso limitato (4,00%) alle Km0. Ancora più vicina alla parità la raccolta ordini che è pronosticata al -0,59% rispetto allo stesso mese del 2020. La previsione della quota di auto ad alimentazione alternativa rimane sempre molto bassa, 23,50%, a dicembre hanno costituito oltre il 41% del mercato.

 

Per gli sconti di dicembre tutto si risolve, a livello nazionale, entro il mero punto percentuale. Aumento degli sconti per le Benzina (+0,52 punti) e le Diesel (+0,35), mentre quelli relativi alle auto ad alimentazione alternativa perdono 0,25 punti. Tendenze più definite nell’analisi delle aree geografiche ove al Nord gli sconti si riducono per tutte le alimentazioni, in particolare per Diesel (-2,49) e Benzina (-1,75). Nel resto del Paese regna il segno più, in particolare nel Sud/Isole, dove gli sconti per le Benzina e le Diesel aumentano di 4 e 6 punti rispettivamente.

 

Anche per il Diesel variazione delle medie nazionali sotto il punto percentuale, con le consegne che crescono di 0,75 punti rispetto a novembre e gli ordini che ne perdono 0,93. Ben diversa la situazione nelle singole aree geografiche con il Sud/Isole che cerca di bilanciare le flessioni registrate al Centro e al Nord. Nel Mezzogiorno infatti le consegne aumentano di quasi 10 punti e gli ordini di oltre 11, mentre al Centro consegne e ordini perdono 10,88 e 8,74 punti e al Nord 2,90 e 3,83 punti rispettivamente.


Slittamento al 2040, i persistenti sentori del dubbio

Molti gli argomenti dell’estate, per alcuni la più calda; per altri: normalmente calda; per altri ancora: macchisseneimporta.
Detto del meteo, torniamo a parlare del tempo, quello cronologico, cronometrico e cronografico, protagonista del nostro fondo di undici mesi fa, quando ne indicavamo l’importanza per affrontare le istanze che la concorrenza cinese già allora stava generando.
Riprendiamo l’argomento grazie allo spunto offerto da Luca de Meo, orgoglio nazionale del management automobilistico.
Il 28 luglio, a margine della presentazione dei dati finanziari del Gruppo Renault, de Meo ha suggerito uno slittamento al 2040 per lo stop alla vendita dell’endotermico. Una misura che permetterebbe di “far crescere ancora il mercato dell’elettrico”, ha affermato il Ceo di Renault. Una dichiarazione basata su stime a 12 e a 17 anni che quantomeno lasciano i persistenti sentori del dubbio, nel senso che non possono che essere delle congetture, cioè giudizi relegati al rango di ipotesi. Nella successiva intervista a Quattroruote del 4 settembre, de Meo ha modificato il tiro aprendosi, giustamente, “a vari scenari”. Insomma, la casa va costruita con il regolo di piombo per avere agio di adattarsi alle asperità del momento, ma su fondamenta perfettamente in squadro e poggiate sull’assioma dell’indietro non si torna. Nessun commento ulteriore; viene solo in mente, in merito allo slittamento temporale, qualunque esso sia, l’epocale riforma del calendario voluta da Cesare (Gaio Giulio).

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