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Pecca di ottimismo il Panel in merito alla previsione di maggio. Pur avendo pronosticato un calo di circa il 20% rispetto a maggio 2019 - irrilevante in questo caso considerare il confronto con il 2020 che ha archiviato un maggio da 99.800 consegne - si scosta, per difetto, di quasi 8 punti percentuali rispetto alle effettive consegne di maggio 2021, che sono state 142.730 per una flessione del 27,9%. Non ci si può quindi illudere per il +43% realizzato nel confronto con maggio 2020: è (nuovamente) crisi per il mercato italiano dell’auto che, con gli incentivi già esauriti per le fasce di automobili più vendute, quelle con emissioni di CO2 comprese tra i 61 e i 135 g/Km, fatica a ritrovare il piglio giusto per risalire la china. Ambigui i risultati che si evincono dal nostro questionario mensile dedicato ai Concessionari del Panel. Da un lato piccole scintille di speranza: l’acquisizione degli ordini di maggio risulta in crescita dell’8,72% sul mese precedente, i contatti social superano la media dei 10.000 mensili, cala il numero dei lead, ma aumenta la percentuale di chiusura contratto, 5,65% rispetto al 4,66% di aprile, mentre rimane stabile la media venditore mensile. Rimane sugli stessi livelli anche il tempo previsto per il recupero delle vendite perse durante il periodo interessato dalla pandemia: 12 mesi. Fra le auto più richieste negli showroom dei nostri Concessionari, Ford Puma e Volvo XC40. Dall’altro lato i segnali della crisi: scende di quasi un punto, rispetto ad aprile, la percentuale di preventivi convertiti in ordini, diminuisce di quasi 200 unità per concessionaria il numero di contatti realizzati. Fra questi, brusca flessione dei contatti online, con quasi 400 unità in meno di media. Ritorna sopra il 3% il ricorso alle Km0. Gli organismi di settore, Anfia, Federauto e Unrae auspicano che “nell’iter di conversione del DL Sostegni-bis trovino spazio adeguate misure volte a sostenere il settore, favorendo il rinnovo di un parco circolante troppo anziano”. Riguardo le previsioni di giugno si contrae, nelle concessionarie dei nostri Panelisti, la crescita degli ordini: se a maggio l’acquisizione rispetto allo stesso mese del 2020 aveva registrato, per ovvi motivi, quasi il 100% in più, per giugno si prevede un +2,67% rispetto a giugno 2020. Ma la vera sfida sarà indovinare l’entità delle vendite su base nazionale, con un ritorno al confronto con un mese “quasi normale” come fu giugno 2020, con le sue 132.691 immatricolazioni, a fronte, come già sottolineato, dell’esaurimento degli incentivi per le fasce di mercato più popolari. Il Panel, coraggiosamente, ha previsto una forchetta tra le 128.400 e le 136.000 consegne circa, il che costituirebbe una differenza percentuale che andrebbe dal -3,18% al +2,56% rispetto alle consegne dello stesso mese dello scorso anno. È previsto in ulteriore aumento il ricorso alle Km0, che dovrebbero costituire il 4,33% del mercato del mese. Un plauso, infine, ai Panelisti del Sud/Isole, i quali per la prima volta hanno eguagliato come numero di risposte i colleghi del Centro e del Nord Italia.

Si prospetta tutto all’interno di un punto percentuale il panorama degli sconti di maggio su base nazionale, rispetto al mese precedente. In lieve diminuzione gli sconti per le Benzina e le Alternative, con -0,42 e 0,93 punti rispettivamente, mentre poco sopra la linea di galleggiamento le riduzioni per i veicoli a gasolio (+0,06). Molto diversa la situazione delle aree geografiche, se considerate individualmente, con un importante aumento degli sconti nel Sud/Isole per tutte le alimentazioni, che bilancia le diminuzioni a tappeto di Nord e Centro Italia.

 

Stabili a livello nazionale anche le vicissitudini del Diesel che registra pochi decimali di variazione sia per le consegne (+0,14 punti) sia per gli ordini (-0,57), nel confronto con aprile. Anche in questo caso, più differenziata la situazione nelle aree territoriali: in crescita Nord con +0,14 punti e +3,11 punti rispettivamente, e Centro Italia, con uno sbalzo fra i +9,43 punti delle consegne e i pochi decimali in più degli ordini (+0,60). Brusca diminuzione al Sud con -7,20 e -5,20 punti rispettivamente per consegne e ordini.


Viva l’escalation tecnologica

Con il preciso intento di capirci qualcosa, partiamo guardando ai cambiamenti della nostra epoca.
Una miscela di elementi messi in amalgama con modalità e tempi diversi, una serie di variazioni, di metamorfosi, perfino di mutazioni. Sembra come se il vero protagonista sia il cambiamento stesso, quello continuo, quello di Aristotele dove il movimento è eterno, come il tempo. Un concetto che ha aspettato 2.250 anni per essere sintetizzato in una formula matematica.
Non esistono più posizioni fisse, o meglio lungamente stabili. Ce ne rendiamo conto durante le elezioni politiche, per via di quei pochi che ancora vanno a votare. Elettorati camaleontici, instancabili migratori del seggio. Surfisti dell’onda parlamentare. Si assiste a una costante instabilità qualificata dal disorientamento.
Un atteggiamento derivato da processi che non è stato possibile governare, un modo di esistere generato dagli effetti avversi della globalizzazione.
Scavando tra le macerie del concetto originale di globalizzazione si trovano pochi resti di prospettive edificanti, di principi aggreganti, di elementi capaci di generare ricchezza, facendo crescere chi ha di meno, senza svantaggiare chi ha di più. Bei propositi, ma quanto è successo e quanto sta succedendo ci dice che non è andata così. La globalizzazione non è un gioco a informazione perfetta. Non vince chi è più bravo. C’è il lancio dei dadi, un processo prevalentemente stocastico, modellizzato nello studio dell’incertezza. E questa volta i perdenti sono gli occidentali. Gli stessi che hanno fatto crescere il resto del mondo penalizzando la propria componente, quella più avanzata. Una bella lezione che ha creato il disorientamento sociale e culturale, soprattutto perché la globalizzazione è stata promossa come la genesi di una cultura uniforme di massa. La stessa uniformità che la Cina conosce molto bene e che ha imparato a evitare con disinvoltura anglosassone dal diversamente recente 1978, quando Deng Xiaoping propose l’idea Boluan Fanzheng, letteralmente “eliminare il caos e tornare alla normalità”. Cioè l’uniformità del comunismo definita come il caos, quello che appiattisce; perché la crescita viene dalle differenze, viene dalla concorrenza, perché la normalità abita solamente nel libero mercato.

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