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Dopo il pareggio di luglio (-0,8%) e la crescita di agosto (+9,9%), il mercato italiano dell’auto riprende fiato dopo 13 mesi consecutivi di calo, 12 dei quali a doppia cifra. L’aumento di agosto arriva però nel confronto con un mese, agosto 2021, che di suo aveva registrato una flessione del 27% nei confronti di un agosto 2020 favorito dagli incentivi. Nel conteggio del cumulato, di fatto, rimangono sul campo ancora 195.000 consegne in meno rispetto ai primi otto mesi del 2021. Il segno più di agosto potrebbe comunque non rivelarsi un caso isolato, poiché, nonostante i tempi biblici delle consegne, si è in attesa per i prossimi mesi dell’effetto benefico degli incentivi varati a maggio, nonché degli sviluppi relativi all’inserimento delle persone giuridiche tra i beneficiari degli incentivi relativi alle auto a basse emissioni, pur se limitati al canale del noleggio. Il sentore del Panel, tuttavia, è diverso. Il pesante calo degli ordinativi registrato nei mesi estivi monitorati (giugno: -23,52% di media, luglio: -26,83%) lascia posto a una previsione per il mercato nazionale di settembre che si attesta al -2,88% e a un’ulteriore diminuzione a doppia cifra prevista per gli ordini in concessionaria (-27,24%). Sarà da vedere, perché il settembre di quest’anno presenta gli stessi giorni lavorativi di settembre 2021, mese che aveva segnato un -33% di flessione rispetto a un settembre 2020, anch’esso come il mese precedente supportato dagli incentivi, diventando il peggior settembre da quando si è cominciato a tener di conto le vendite mensili, da oltre quarant’anni a questa parte, quindi. Le probabilità di ritrovare un segno più anche questo mese, considerati i fattori suddetti, non sono quindi pochissime. Fra gli altri risultati di luglio, provenienti dalle concessionarie del nostro Panel, rimane stabile il numero generale dei contatti realizzati, mentre emerge un calo sostanziale dei contatti via social rispetto a giugno, a fronte di un consistente aumento dei lead (oltre 151 di media) che ha portato un calo di poco meno di mezzo punto percentuale di conversione in contratto, 3,97%. Rimane praticamente intatta invece la quota di preventivi convertiti in ordini, 21,33% di media. Diminuiscono i contatti via telefono (dai 217 di media di giugno ai 139 di luglio), crescono quelli via email (da 132 a 189). Tempi di consegna sempre lunghissimi, 149 giorni. Fra le auto più vendute in concessionaria, Peugeot 208 e Volvo XC40. Ritornando, invece, alle previsioni per il mese di settembre, è sempre molto bassa la quota di auto ad alimentazione alternativa pronosticata. Il 32% previsto dal Panel non è neanche lontanamente vicino a quella che è attualmente la realtà di un mercato che comprende ibride elettriche (Hev), ibride elettriche plug-in (Phev), elettriche pure (Bev), ma anche Gpl e metano, una fascia di veicoli che a luglio ha contato per il 49,4% del totale immatricolazioni. Contenuto il ricorso alle km0 in concessionaria, sia nei risultati di luglio (6%), sia nelle previsioni per settembre (6%).

A luglio, sul territorio nazionale, tendenza generale al ribasso per gli sconti dedicati a tutte le alimentazioni. Benzina, Diesel e Alternative perdono circa un punto percentuale di sconto rispetto al mese precedente. Nel dettaglio delle aree geografiche, gli unici (contenuti) aumenti riguardano il Diesel al Nord (+0,10 p.p.) e il Centro Italia (+1 p.p.). Diminuzioni ben più consistenti della media, invece, nel Sud/Isole per le Benzina (-3,83 p.p.) e, in particolare, per le Diesel (-7,17 p.p.).

 

Ennesimo colpo di coda del Diesel che, dopo la débâcle di giugno, segna robusti aumenti a livello nazionale, sia per consegne, con quasi 8 punti percentuali in più rispetto al mese precedente, sia per ordini, che registrano +8,5 punti. Stessa tendenza a Nord e Centro Italia. Ma mentre nelle regioni centrali si rispetta sia la media consegne (+7 p.p.) sia quella ordini (+9 p.p.), nel Settentrione si va oltre il trend nazionale con +8,5 punti di consegne e +12,1 punti di ordini. Nel Sud/Isole si paga la diminuzione degli sconti registrando una crescita più contenuta per le consegne (+3,7 p.p.) e un’inevitabile flessione per gli ordini (-3,50 p.p.).


Viva l’escalation tecnologica

Con il preciso intento di capirci qualcosa, partiamo guardando ai cambiamenti della nostra epoca.
Una miscela di elementi messi in amalgama con modalità e tempi diversi, una serie di variazioni, di metamorfosi, perfino di mutazioni. Sembra come se il vero protagonista sia il cambiamento stesso, quello continuo, quello di Aristotele dove il movimento è eterno, come il tempo. Un concetto che ha aspettato 2.250 anni per essere sintetizzato in una formula matematica.
Non esistono più posizioni fisse, o meglio lungamente stabili. Ce ne rendiamo conto durante le elezioni politiche, per via di quei pochi che ancora vanno a votare. Elettorati camaleontici, instancabili migratori del seggio. Surfisti dell’onda parlamentare. Si assiste a una costante instabilità qualificata dal disorientamento.
Un atteggiamento derivato da processi che non è stato possibile governare, un modo di esistere generato dagli effetti avversi della globalizzazione.
Scavando tra le macerie del concetto originale di globalizzazione si trovano pochi resti di prospettive edificanti, di principi aggreganti, di elementi capaci di generare ricchezza, facendo crescere chi ha di meno, senza svantaggiare chi ha di più. Bei propositi, ma quanto è successo e quanto sta succedendo ci dice che non è andata così. La globalizzazione non è un gioco a informazione perfetta. Non vince chi è più bravo. C’è il lancio dei dadi, un processo prevalentemente stocastico, modellizzato nello studio dell’incertezza. E questa volta i perdenti sono gli occidentali. Gli stessi che hanno fatto crescere il resto del mondo penalizzando la propria componente, quella più avanzata. Una bella lezione che ha creato il disorientamento sociale e culturale, soprattutto perché la globalizzazione è stata promossa come la genesi di una cultura uniforme di massa. La stessa uniformità che la Cina conosce molto bene e che ha imparato a evitare con disinvoltura anglosassone dal diversamente recente 1978, quando Deng Xiaoping propose l’idea Boluan Fanzheng, letteralmente “eliminare il caos e tornare alla normalità”. Cioè l’uniformità del comunismo definita come il caos, quello che appiattisce; perché la crescita viene dalle differenze, viene dalla concorrenza, perché la normalità abita solamente nel libero mercato.

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