Inevitabile: esauriti gli incentivi, esaurita la crescita. A ottobre, dicono i dati diffusi dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con un giorno lavorativo in meno il mercato delle auto ha chiuso a -0,2% sullo stesso mese del 2019, con 156.978 immatricolazioni (contro le 157.262 di 12 mesi fa), il 36,4% delle quali è stato fatto negli ultimi 3 giorni lavorativi.
Il cumulato dei 10 mesi, con un totale di 1.123.194 unità, evidenzia come le targhe andate perdute nel periodo ammontino ancora a oltre mezzo milione (-31%). Un deficit pesante, che - secondo le stime di Unrae - nella migliore delle ipotesi potrebbe ridursi a -27% in chiusura d'anno, non oltre dunque 1.400.000 immatricolazioni complessive, un calo - nelle parole di Michele Crisci, presidente Unrae - "drammatico, che ha un solo precedente nella storia moderna". Tutto questo, inoltre, al netto di eventuali nuove misure di blocco delle attività (leggi lockdown parziale o totale) al momento purtroppo probabili.
Inevitabile, dunque, ragionare intorno alle ultime decisioni da parte del Governo, ovvero il mancato rifionanziamento degli incentivi all'acquisto. E Crisci non si sottrae: “Al di là dei dati contingenti del mercato, l’esperienza degli ultimi mesi mostra chiaramente l’insufficienza di una politica incentrata su incentivi 'mordi e fuggi'. Appare oltretutto evidente, nell’attuale fase di emergenza economica, che la scelta di non rifinanziare i fondi legati alla fascia di CO2 più importante dal punto di vista dei volumi ha immediatamente rifermato il mercato. È indispensabile, a questo punto, che nella prossima Legge di Bilancio, attualmente in fase di elaborazione, il Governo tenga conto di questa realtà, dando seguito a quanto dichiarato nelle scorse settimane di stanziare altri 400 milioni in aggiunta all'ecobonus. Non deve essere poi trascurato il fatto che ogni euro destinato al rinnovo del parco auto non è un regalo al settore ma piuttosto un investimento, che finora ha dato frutti positivi: sia in termini ambientali, con la rottamazione dei veicoli più inquinanti, sia come ritorno per le casse dello Stato in termini di gettito fiscale superiore allo stanziamento dedicato. Non trascurando, inoltre, che una ripresa del settore automotive comporterebbe anche minori aggravi sulla previdenza sociale”.
Ancora: "In parallelo - afferma Crisci - sarà necessario avviare un approccio strategico verso soluzioni strutturali che accompagnino la transizione tecnologica verso la mobilità a zero emissioni, includendo tutta la filiera produttiva e commerciale. Da una visione strategica sulle infrastrutture di ricarica per le nuove motorizzazioni ad un approccio fiscale sulle auto aziendali non più in deroga e finalmente allineato agli altri paesi europei”.
Alle parole del presidente di Unrae fanno eco quelle di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto: "Come abbiamo più volte sostenuto in sede istituzionale, senza interventi strutturali sul nostro settore che guardino a un orizzonte temporale di lungo periodo i soli contributi spot, o comunque focalizzati sulle motorizzazioni a bassissime o zero emissioni, non servono a sostenere la ripresa della domanda e a ringiovanire il nostro parco circolante. Il trade off costi/benefici per l'acquirente medio non consente ancora di raggiungere numeri apprezzabili, sebbene in costante crescita, per un cambio di paradigma del business attuale, basato sui modelli prevalentemente endotermici. Serve una visione politica di più ampio respiro, con un occhio attento anche alla leva fiscale".
Tornando al mercato di ottobre, si registra una nuova performance positiva dei privati (+11,4%), con una quota di mercato salita al 67,8%. Le autoimmatricolazioni a -38% hanno trascinato giù le società (-40,6% nel mese). In negativo anche il noleggio, -4,8%, con il lungo termine a -7,1% e il breve termine a +19,1%. Sui 10 mesi la flessione è del 37,5%, con il breve termine che ha visto dissolversi oltre la metà dei volumi raggiunti nel 2019.
Quanto alle alimentazioni, forte la flessione della benzina (-31,5%), più contenuta quella del diesel (-14,6%), molto forte quella del metano (-45%). In positivo il Gpl, ma soprattutto - naturalmente - ibride, plug-in ed elettriche, rispettivamente giunte a una quota mercato del 24,7%, del 2,3% e dell1,8%.
Mercato Italia - Ottobre 2020 - immatricolazioni per marca